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Una serata con un trio d’eccezione: Filippo Tirincanti (voce, chitarra); Onorino Tiburzi (basso) e Paolo Rubboli (batteria).

Tutta dedicata al blues jazz funk!

FILIPPO TIRINCANTI
Nasce il 18 gennaio 1974 a Rimini e i primi 19 anni li passa a Riccione.
Grazie al padre, chitarrista, a soli 5 anni scopre i Beatles, Little Richard, Jaco Pastorius, i Led Zeppelin, i Deep Purple, ma soprattutto Jimi Hendrix, innamorandosi perdutamente del brano One Rainy Wish. Hendrix entra subito nella sua vita, Filippo ritiene che abbia rivoluzionato il mondo della musica, ed è stato lui uno dei motivi per cui avrebbe poi viaggiato verso gli Stati Uniti.
Dai 5 ai 10 anni studia batteria e a 14 realizza che avrebbe dovuto suonare la chitarra. In quegli anni è sempre circondato da musicisti, in particolare Onorino Tiburzi, un noto bassista della zona che lo prende con sé e lo fa esibire nella sua band. Filippo si ritrova al fianco di musicisti con esperienza e coi quali spesso suona al Moxie di Riccione dove il chitarrista di Zawinul, Randy Bernsen, che già conosceva da tempo, gli propone di andare a studiare in Florida.
In realtà Filippo negli Stati Uniti ci finisce a 19 anni. Prima tappa del viaggio la tomba di Jimi Hendrix a Seattle. Da Seattle percorre tutta la West Coast e dopo una sosta in Arizona, al Grand Canyon decide di volare a New York.
Passano solo due mesi dal rientro in Italia e Filippo, al rinnovato invito di Randy, decide di trasferirsi in Florida, a Fort Lauderdale. Lì si mantiene lavorando nel ristorante Da Angelo, dove suona musica italiana (Pino Daniele, Vasco Rossi). Compra una Olds Mobile del 1974, che non andava mai. “Giravo le chiavi per spegnerla e non si spegneva”.
Un giorno promette al suo amico Randy di preparare il tiramisù per un suo party, al quale sapeva che avrebbe incontrato due figli di Jaco Pastorius, Felix e Julius. “Sono entrato nell’appartamento dove Jaco aveva vissuto e ho toccato il suo pianoforte”.
Filippo racconta anche: “quello stesso giorno, all’ora di pranzo, ci fermammo in un bar italiano e, mentre mangiavamo, arrivò uno e ci disse che la nostra macchina era in fiamme. Quando uscimmo era troppo tardi, l’avevamo persa. Arrivò il carro attrezzi e ci lasciò 120 dollari per il ferro che portava via”.
Da quel momento Filippo inizia a fare su e giù tra Italia e Stati Uniti, fin quando non si ferma in Italia per fare un lungo tour con Cico Cicognani, Pier Foschi e Cinda Ramseur. Un giorno accade una cosa curiosa. “Siamo in Francia, in un club frequentato da piloti di Formula 1 e gente facoltosa, Cinda ci dice che probabilmente la sera sarebbe venuta Whitney Houston. Noi non le crediamo, ma mentre mangiamo vediamo arrivare due limousine, degli omoni bloccano le porte ed esce Whitney Houston con la sua band che si fermano a mangiare e poi, mentre suoniamo un pezzo di Tony Braxton a metà serata, lei prende due coriste, le porta sul palco e si mette a cantare. Whitney afferra il microfono e, a due passi da me, canta un gospel e un blues: noi rimaniamo paralizzati dalla gioia”.
Dopo questi due anni Filippo riprende a frequentare assiduamente gli Stati Uniti, visita 29 stati, fa due volte in macchina Los Angeles – New York, l’11 Settembre si trova nel New Jersey: “…raccontai un sogno a due miei amici: ero su una collina e vedevo aerei che bombardavano una città. Accadeva due mesi prima dell’attentato. Me lo dimenticai, il sogno, e mi fu ricordato da loro in quell’occasione. Due giorni prima avevamo dormito a 300 metri dalle torri”.
Qualche mese dopo Filippo torna in Italia, porta con sé una cantante hip hop, Adrienne L.Riley, con la quale lavora in studio ad alcuni suoi brani. Durante un concerto con Adrienne, viene notato da Darren Darby, fratello di Sananda Maitreya. “Dopo dieci giorni fui contattato per un’audizione. Mi chiamarono per il tour mondiale di Sananda, era il 2002”.
In venti mesi il tour attraversa tutta l’Europa due volte, gli Stati Uniti, l’Africa.
“La prima volta che vidi Sananda avevo 12 anni, era alla televisione ospite di una trasmissione condotta da Adriano Celentano. Ne rimasi folgorato. Quando ero in California uscì “Vibrator” che ascoltai ininterrottamente per un giorno intero, in particolare Holding On To You. Lo ammiro moltissimo, non avrei mai immaginato di suonare con lui, quel tour mi ha spronato molto nella mia ricerca musicale”.
Non meno importante nella vita di Filippo è l’incontro, durante le prove di quel tour, con Jessica Johnson, afroamericana da parte di padre e olandese da parte di madre, che sarebbe presto diventata la mamma del loro figlio Jacomo. “Dopo poco che ci frequentavamo mi raccontò che suo padre era cresciuto con Jimi Hendrix perché la bisnonna era una sioux. Un giorno vidi un video e delle foto che li ritraevano insieme, era proprio vero, non volevo crederci”.
Tra tutti i grandi chitarristi che ammira Filippo ne ha due nel cuore: Jimi Hendrix e Scott Henderson. Per i cantanti è diverso, il ventaglio va da Chris Cornell a Frank Sinatra, da David Coverdale a Wilson Pickett, però la voce che più ancora adesso lo emoziona rimane quella di Sananda Maitreya.
C’è un altro mito per Filippo, il principe Antonio De Curtis, in arte Totò…ma questa è un altra storia.

ONORINO TIBURZI
Autore, musicista, arrangiatore e produttore, fu fondatore, nel 1966, del gruppo “I Discepoli”.
Musicista di grande esperienza ha dedicato molto tempo all’insegnamento ed ha approfondito stili e storia della musica.
Al suo attivo anche un metodo per il basso elettrico stile jazz-rock.

PAOLO “RUBOX” RUBBOLI
Nato a Ravenna nel luglio del 1996 si è avvicinato al mondo delle percussioni già nei primi anni della sua vita, grazie al padre percussionista. Ha iniziato a studiare con il maestro Michele Panepinto ed ha conseguito il diploma in batteria al NAM di Milano con la valutazione di 10 con lode sotto la supervisione del Maestro Maxx Furian.

Nel 2018 ha partecipato come performer alla Groove Night Party assieme ad alcuni dei migliori batteristi nazionali ed internazionali, in questa occasione ha condiviso il palco con Andrea Pollione, Paolo Polifrone, Paolo Airoldi, Daniele Comoglio, Daniele Moretto, Alessio Nava, Andrea Montalbano.

Nel 2017 ha partecipato come performer al Groove Day di Trezzo sull’Adda (MI), evento al quale hanno partecipato artisti internazionali del calibro di Benny Greb, Pete Ray Biggin, Christian Meyer, Maxx Furian, Andrea Braido, Federico Malaman, Gareth Brown, Colin Edwin e tanti altri.

Nel 2016 si è aggiudicato il primo premio al concorso Drummer Of Tomorrow Italy, durante il quale è stato premiato dal Maestro Alfredo Golino. La sua vittoria è stata riportata sulle pagine delle più importanti riviste batteristiche italiane come DrumSetMag, DrumClub, PlanetDrum, Tutto Rock, BigBox e altre. Nello stesso anno ha ottenuto la vittoria al concorso internazionale Festival Del Ritmo, meritandosi anche il prestigioso primo premio nella sezione “Tecnica”, consegnatogli dallo storico batterista di Adriano Celentano e Lucio Battisti, il Maestro Gianni Dall’Aglio.

Ha suonato con: Kelly Joyce, Ricky Portera, Cico Cicognani, Marco Dirani, Silvia Wakte, Marcello Sutera, Filippo Tirincanti, Stefania Martin, Annastella Camporeale, Antonio Amabile, Claudio Napolitano, Antonio Onorato, Lino Vairetti, Sonia Davis, Monica Harem, Mary Cutrufello, Giacomo Voli, Stefano Serafini, Elena Giardina, Pierluigi Mingotti e tanti altri.

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