Toni Bruna
6 Marzo 2020 @ 22:00 - 23:30
Nuovo appuntamento per la rassegna “Inverno d’Autore”.
Toni Bruna è figlio di esuli istriani insediatisi nella periferia rurale slovena di Trieste, cittá in cui vive ancora oggi. Per questo semplice motivo scrive e canta nel dialetto che in quella città si parla.
Non ama defnirsi “artista”, ma piuttosto “artigiano della musica”, cosa che gli deriva forse dalla sua professione: il falegname. La cura artigianale che mette nel lavorare il legno non è forse così distante dalla dedizione con cui cesella i suoi brani. Il suo album di debutto «Formigole» (ovvero “formiche”) contiene dieci canzoni che sembrano non aver struttura, sono asimmetriche e inaspettate, costruite su un dettaglio, una parola, un suono su cui tutto si poggia e da cui cresce e si sviluppa il resto. Per indicazione estorta all’autore
stesso, il genere è defnibile come folk immaginario.
Il dialetto si diceva, la lingua del popolo, la lingua sincera e sempre in mutamento, aperta alle contaminazioni. Toni Bruna è forse il primo ad aver usato questo dialetto in musica senza fnalità goliardica, non per far ridere o per semplice folclore ma per coinvolgere, commuovere, far rifettere. Una scommessa, un azzardo che si rivela vincente. Perché il triestino si è rivelato (all’ascoltatore non giuliano) esotico ed estremamente musicale. L’audacia di Toni Bruna si estende anche ai suoi live: facendo riferimento a una dichiarazione dei CCCP in cui sostenevano che l’ascoltatore deve fare uno sforzo quando va ad un concerto, Toni decide di proporre dei live in posti inusuali. Ecco allora i concerti in tram, nella galleria di un treno, nelle trombe delle scale, dietro al banco di un bar, in orari atipici, in modo da richiedere un piccolo sforzo, alla ricerca di un contatto diverso con la gente, più intimo e umano, al di lá dell’intrattenimento.
L’esperimento funziona e Toni Bruna, da solo o con la sua band, porta le sue formiche in giro non solo nella sua Trieste ed in Italia ma anche all’estero: ad esempio al celebre Bar Pastís di Barcellona e negli Usa (al Luna’s di Sacramento in California, al Red Poppy Art House di San Francisco, al 996 di Manhattan Avenue a New York).
Ingresso libero – Prenotazione decisamente consigliata
«Questo esordio rivela agli ascoltatori un talento cantautorale assoluto»; «La sincerità di Bruna nell’interpretare queste canzoni è talmente forte da fare quasi male»; «Questo album va preso per intero come un gioiello di poesia in musica, e Toni Bruna va segnalato tra i nuovi talenti della scena cantautorale italiana in posizione di preminenza assoluta.»
«Toni Bruna suona la chitarra classica e canta in dialetto triestino: il suo debutto discografico è straordinario, uno dei dischi più intensi, poetici ed originali che siano mai usciti da Trieste. Folk immaginario. Canzoni piuttosto malinconiche, in bilico tra divino e terreno. Realismo magico e scontrosa grazia.»
«Trieste ha un altro grande figlio di cui essere orgogliosa. La musica italiana ha un talento grande da tutelare e sostenere con intelligenza. Guai a chi ce lo brucia. Guai. Grande disco. Da avere.»
«Formigole è probabilmente il disco [italiano] più commovente ed intenso che io abbia mai ascoltato negli ultimi dieci anni almeno (…) Un disco altissimo. Oltre il bieco cantautorato da grande magazzino, frasi fatte e barbe fnte. Viene voglia di non sapere altro. Di non conoscere altro. Viene voglia di piangere.»
«Un timbro che ha poteri terapeutici, fuori dal coro, che non vuole mai imporsi e proprio per questo investe di brividi chi lo ascolta. È incredibile quanto il dialetto triestino, in cui si esprime Bruna per senso di appartenenza e onestà, possa assumere toni familiari ma anche universali.»
«Senza girarci troppo intorno: “Formigole” di Toni Bruna è, molto probabilmente, una delle cose migliori sentite quest’anno. Non dico la migliore in assoluto perché prima di mettere in cantina il 2013 manca ancora qualche mese, ma posso comunque affermare con una discreta sicurezza che sarà diffcile trovare qualcosa di più bello da qui a dicembre.»